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Performance e emozioni: come dare il meglio di sé?

Performance e emozioni: come dare il meglio di sé? Si può davvero fare un ottimo lavoro quando si reprimono?

Fabio è un business manager apprezzato per il suo sangue freddo e per essere tenace. L’hanno soprannominato “il mastino” e me lo racconta con una punta di orgoglio.

“Non so quando è cominciato il casino…”.

Il “casino” a cui si riferisce è che si è abituato a reprimere così bene le sue emozioni, che lo fa anche quando non serve. Ha ascoltato per caso la telefonata di suo figlio con un amico.

“Tanto una cosa vale l’altra per lui, se gli dico che mi hanno preso per il master, comincerà a pensare solo a quanto gli costerà un affitto a Roma.”

Gli è sembrata una pugnalata alle spalle, da ingrati, perché se suo figlio può permettersi il master è soprattutto per merito del suo lavoro. Così, quando gliel’ha raccontato, si è limitato a dirgli di informarlo sui costi e ha chiuso la questione.

Dopo alcuni giorni si è tenuta la riunione aziendale. Fabio si aspettava che con i risultati ottenuti gli avrebbero dato i due collaboratori in più che aveva richiesto. L’amministratore delegato, invece, li aveva assegnati a un altro manager.

“Avrei voluto mandarlo aff…, erano mesi che aspettavo quelle persone per avere respiro!”

“Ho mantenuto il sangue freddo, poi non ricordo, stavo guidando e ho cominciato a spingere con il piede sull’acceleratore senza pensarci…mi sono ritrovato in mezzo a un campo. Non so neanche com’è possibile che non mi sia fatto niente…”

E’ venuto da me per tutt’altro. Il suo intuito sul lavoro ha cominciato a fare cilecca e ha perso due occasioni redditizie, così vuole capire come restare sulla cresta dell’onda. Al secondo incontro, salta fuori il “casino”.

Performance e emozioni sono collegate, dare il meglio di sé è impossibile quando si reprimono.

Due episodi all’apparenza scollegati ma simili di “ingratitudine” e la rabbia che lui non ha riconosciuto ma represso, hanno avuto conseguenze che potevano davvero essere letali!

Cominciamo a lavorare sulle competenze che Fabio ha, sulla capacità di riconoscere le sue emozioni, esprimerle e comunicarle in modo vantaggioso agli altri, riservando uno spazio per sé.

“Ho capito che gestire le emozioni non è reprimerle per far vedere che si è calmi all’esterno…se il casino resta dentro, prima o poi esce.”

Le emozioni non sono negative. Dipende dall’uso ne facciamo, ne abbiamo già parlato qui

Com’è finita? Ve lo dico fra qualche tempo, sta lavorando al suo piano d’azione e al suo “piano d’emozione”, l’ha chiamato così!

Se anche tu pensi che le emozioni non siano collegate alla performance…beh, allora leggi qui https://psycnet.apa.org/record/2004-16235-004.

Lontano dagli occhi non è lontano dalla mente per le emozioni, è impossibile ignorarle!

Se anche tu vuoi scoprire come migliorare la performance con le tue competenze emotive, prenota il primo incontro!