In tempi di sfida, vince chi ha il coraggio di chiedere aiuto.
Lo smart working è la risposta a una di queste sfide, come usarlo bene è quello di cui ti parlo nei prossimi due articoli del blog.
Vince chi ha il coraggio di mettere da parte per un momento il “non sono capace”, “non mi va”, “non so farlo” per utilizzare il tempo e imparare qualcosa di nuovo.
Perchè due articoli sullo smart working?
Ho deciso di farne ben due, uno per i dipendenti e uno per gli imprenditori perché le sfide e le dinamiche sono diverse e voglio mettere a disposizione di tutti strategie, riflessioni e modalità per renderli efficaci.
Oggi cominciamo da Smart working per i dipendenti, perché la proporzione tra loro e imprenditori è nettamente a favore dei dipendenti, dall’1 a 2 in su!
Computer, tablet, laptop e smartphone sono il COME, non dimenticarti che TU SEI IL CONTENUTO e il tuo lavoro è il RISULTATO.
Collaborare è “tenere nella mente” con chi lo stiamo facendo: non stai interagendo con uno schermo, dall’altra parte ci sono persone.
Ecco alcuni consigli molto pratici per essere efficaci:
OBIETTIVI E RUOLI: NON AVERE TIMORE DI CHIEDERE
Anzitutto non avere timore di chiedere quali sono gli obiettivi dell’azienda per cui lavori in questo momento. Potrebbe essere semplicemente riuscire ad inserire dei dati o tenere sotto controllo la pianificazione o le attività produttive a distanza.
Non dimentichiamoci che non ci sono solo aziende che lavorano nel settore dei servizi, molte sono piccole e medie imprese che hanno una filiera produttiva (producono oggetti o lavorano materie prime).
Se da un lato la normativa nelle zone rosse e arancioni (mi fa un po’ strano anche scriverlo, lo ammetto) è stretta, dall’altro l’economia e il mercato sono composti anche da tantissime altre realtà che in questo momento possono fare qualcosa di concreto: preparare il terreno per la ripresa generale.
LA COMPETIZIONE E’ INUTILE ORA
In questo momento la competizione è un’idiozia.
Se hai pensato che questo è il momento buono per far vedere cosa sai fare a discapito del collega meno bravo o meno skillato di te nel lavoro da remoto o con più difficoltà a organizzarsi perché magari ha figli e non ha una postazione riservata da cui collegarsi, RIVEDI ED ELIMINA questo approccio.
Collaborare è l’unico modo per far funzionare lo smart working per tutti, perché funziona su una premessa di base: UNA RETE A DISTANZA.
Il primo nemico di questa rete è la competizione, se fai saltare o ostacoli un collegamento, tutta la rete ne risentirà, anche tu. Per non parlare poi del fatto che è tutto tracciato, se non svolgi il tuo lavoro in modo collaborativo, non ci saranno scuse, verrà individuato subito chi ha fatto o non ha fatto qualcosa.
CHIARIFICA E RI-CHIARIFICA
Chi-fa-cosa non è così scontato. Potresti far parte di più progetti contemporaneamente, è meglio chiedere una videochiamata o un collegamento telefonico, moderato dal responsabile del progetto, che renda chiare A TUTTI le attività da svolgere in modo che non si sovrappongano o si ripetano.
Non c’è niente di più frustrante che scoprire di aver fatto lavoro inutile.
Smart working per i dipendenti: come farlo bene è anche questo, non basta sapere che stai facendo la tua parte. Potresti trovare molto difficile scoprire che non ha uno scopo ben definito e che sei stato messo semplicemente a impiegare il tuo tempo per non lasciarti inattivo.
Non basta “passare il tempo” è importante anche che il tuo lavoro abbia un senso o perderai la…
MOTIVAZIONE
Problema gigantesco che chi lavora in remoto ha ben presente. A casa ci sono mille distrazioni, dai rumori dei vicini alla mancanza di una postazione efficiente di lavoro, dalle interruzioni che potresti incontrare
- telefonate
- messaggi
- qualcuno che entra nella stanza
a quelle che potresti inconsapevolmente “costruire” tu per noia
- social & affini
- uso del telefono per controllare notizie e aggiornamenti
- messaggi e telefonate per non sentirti isolato
Il che ci porta direttamente a qualche
STRATEGIA PRATICA PER LA POSTAZIONE
- cerca la stanza più silenziosa o meno affollata in casa, lavorare in cucina o in salotto non è una buona idea, sono zone di passaggio, piuttosto ricavati un angolo in camera da letto, sposta una base di appoggio (anche il tavolino della sala o un mobile d’emergenza funzionano benissimo).
- cerca di rispettare una posizione abbastanza ergonomica, non starò a farti qui un trattato, ma ti allego un’immagine e un link che ti spiegano qual è la posizione corretta da tenere per non avere difficoltà e seccature con schiena, collo, gambe e vista. Può sembrarti banale, ma non c’è niente che ti può rendere meno efficace che stare davanti a uno schermo dolorante per qualche ora e dovertici rimettere il giorno dopo.
- luce. Aspetto non banale, i riflessi sullo schermo sono odiosi, ti fanno strizzare gli occhi e rendono il tempo che passi seduto un vero inferno, con necessità di pause continue per evitare di affaticarti.
- se hai pensato di tenerti vicino snack, bibite o succhi, evita. Tendiamo a mangiare e bere per noia e se non hai la possibilità di fare attività fisica, rischi solo di fare un’overdose di zuccheri che aumentano la tua energia, quando è in eccesso potresti andare incontro a irritabilità e nervosismo. Leggi questo articolo di Filippo Ongaro che è completo e ti spiega cosa succede quando gli zuccheri sono troppi
- fili, cavi volanti e salvataggio. La tua postazione non è quella abituale e potresti dimenticarti che hai il pc, il tablet o lo smartphone collegato al cavo di alimentazione con il rischio di farlo cade e perdere il lavoro che hai fatto. Sciocco? Niente affatto, molte persone non ci fanno caso, RICORDATI DI SALVARE il lavoro che hai svolto ogni 2/3 minuti.
GLI ALTRI
A meno che tu non viva da solo, dovrai necessariamente tenere conto anche degli altri abitanti della casa. Se sono adulti è abbastanza facile chiedere la loro collaborazione, se sono bambini ci sono varie strategie che puoi mettere in campo:
- in età scolare è probabile che abbiano compiti che gli sono stati assegnati o lezioni da vedere per la didattica a distanza. In entrambi i casi, PIANIFICA. È possibile che tu abbia un solo computer a cui tutti hanno necessità di accedere, in questo caso è fondamentale che ti organizzi con giorni e orari, sulla base della tipologia del tuo lavoro e delle scadenze che ti sono state date. Se hai materiale da stampare, fai rete: per una volta utilizza in modo serio le chat di classe e delega insieme agli altri una persona che sia in grado di stampare e portare a tutti il materiale, fate dei turni, è più semplice che passare il tempo a tenere sott’occhio ogni nuovo documento che viene pubblicato nei vari cloud messi a disposizione dalle scuole. I sistemi sono meno appesantiti dagli accessi multipli e ne beneficia la velocità della connessione.
- Organizza il lavoro ogni 2/3 giorni, in modo che bambini e ragazzi non abbiano pause troppo lunghe che diventano una fonte di continue richieste mentre tu stai lavorando. Non sapere cosa succederà il giorno dopo, aumenta la noia e l’ansia dell’attesa. Ipotizza delle attività casalinghe che possono fare da soli o con piccole interruzioni che riesci a gestire: libri da leggere (puoi chiedere di leggere in modo autonomo e di creare dei piccoli riassunti o disegni che spieghino quello che hanno letto), materiale da colorare, video divulgativi di storia, geografia, matematica su YouTube (selezionali prima in modo da non avere sorprese) o tutorial per creare qualcosa di manuale.
- Se hai bimbi piccoli che richiedono maggiori attenzioni, PIANIFICA il lavoro che necessita di attenzione focalizzata quando loro dormono. Lo so che è terribile lavorare alle 5 di mattina, ma ti permette di avere un paio d’ore efficaci prima della colazione, così come durante il pisolino del pomeriggio o la sera quando loro sono a dormire. Durante la giornata, pianifica con il tuo partner sulla base delle rispettive scadenze ed eventualmente chiarifica e ri-pianifica con il tuo responsabile a distanza. In questo momento tutti collaborano, le aziende ne sono consapevoli, metti da parte sensi di colpa e senso del dovere perché non sono efficaci né produttivi, è meglio informare di una difficoltà oggettiva piuttosto che maturare risentimento o rabbia.
- Controintuitivo: chiedi che vengano ad interromperti ogni ora-ora e mezza. Quando si lavora da remoto, la tentazione di stare incollati senza fare pause è dietro l’angolo e si finisce per lavorare molto di più senza fermarsi. La vista e il corpo hanno bisogno di pause per evitare affaticamento. Usa questo tempo per ascoltare cosa hanno fatto i tuoi figli o il tuo partner nel frattempo, concedetevi una pausa merenda che altrimenti non avreste potuto fare, questa è un’opportunità per stare insieme.
CONDIZIONE EMOTIVA
L’ho lasciato come ultimo punto di cui parlare. In questo momento ci sono diverse varianti nella tua condizione emotiva. Potresti aver provato:
felicità per non dover andare al lavoro
- felicità per non doverti smazzare tutti gli spostamenti che fai abitualmente: macchina, treno, metro, bici, traffico
- felicità di non doverti mettere giacca e cravatta o truccarti
- paura…del virus, della solitudine, di ammalarti tu o che si ammali qualcuno a cui vuoi bene, che il partner con cui non vivi ti “dimentichi”, del futuro, di non avere lo stipendio, che la cassa integrazione finisca, che la piccola impresa in cui lavori ti lasci a casa senza lavoro
- rabbia: per chi se ne sbatte ed esce lo stesso, per chi non si trova nella tua condizione e può uscire, per chi non ti da spiegazioni chiare, eccetera eccetera eccetera.
Ti ho fatto solo qualche esempio, ma penso tu abbia capito che la prima cosa su cui puoi intervenire è il TUO APPROCCIO.
Se sei chiuso in uno spazio ristretto con altre persone, quello che in genere rende difficili le cose sono le emozioni, che vengono amplificate dalla condivisione forzata di spazi e tempi.
Trova un equilibrio, può aiutarti seguire delle videolezioni di respirazione, di meditazione, di yoga, di esercizi fisici da fare in casa o nel giardino di casa (se sei fortunato ad averne uno in città).
Ascolta musica, ordina e leggi libri, guarda film o cucina qualcosa. Sono tutte attività di rilassamento che sembrano banali ma aiutano ad affrontare l’isolamento e la solitudine.
Se possibile, non comunicare per email ma fai telefonate e PARLA direttamente con le persone, manifesta le tue preoccupazioni ed esponi gli ostacoli che stai incontrando, probabilmente sono gli stessi dei tuoi colleghi e confrontarti con loro e con il tuo responsabile aiuta tutti a TROVARE SOLUZIONI.
Ultimo ma non ultimo, metti a frutto lo strumento più importante che un essere umano ha: la capacità di IMMAGINARE.
Fai una lista di cose che vuoi fare appena sarà passato questo periodo, cose che non hai mai avuto il tempo di fare e/o che non ti sembravano così importanti fino a che ti sei reso conto che lo sono.
Riorganizza le aree della tua vita che zoppicano un po’, se non sai quali sono e vuoi uno strumento efficace per scoprirlo, scrivimi qui e ti invierò per email il link a cui scaricare un freebie che ho preparato apposta per te.
Se pensi di aver bisogno di un supporto più forte, non esitare a scrivermi e prenota una sessione di coaching online, la prima è gratuita e dura circa 60-90 minuti.
E ricorda: lo smart working è uno strumento che ti permette di collaborare e mantenere i contatti con gli altri, è un’opportunità per scoprire cosa puoi fare!
Ti abbraccio (virtualmente) forte!
Giusy