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MIND THE GAP! Attenzione allo spazio

attenzione allo spazio

TRA UNA COMPETENZA E IL SUO UTILIZZO

È da un po’ che manco da Londra, la prima cosa che mi è venuta in mente è “Mind the gap”, il messaggio che ricorda ai passeggeri della metro di fare attenzione al vuoto tra vagone e banchina prima di scendere.

Poteva venirmi in mente qualsiasi altra cosa, ma stavo pensando a cosa c’è nello spazio tra quando impariamo qualcosa e quando effettivamente la utilizziamo.

Ti faccio un esempio: la ruota è un’invenzione sumera, eppure ci sono voluti quasi seimila anni prima che venisse utilizzata come lo facciamo oggi.

La prima volta che sono stata a Londra avevo una valigia pesantissima, senza ruote (le prime che le avevano erano di una marca che non cito…costosissime!) e oggi ci sembra normale usare il trolley.

Fino ad allora, il massimo che potevi immaginare era il carrello dove caricare il bagaglio e trascinartelo in giro per l’aeroporto…presente andare in bagno o al duty free con il carrello?!

Quanto tempo passa prima che impariamo una cosa e che la mettiamo in pratica?

Mind the gap: attenzione allo spazio.

I piccoli cambiamenti sono spesso accidentali, non ci accorgiamo che abbiamo imparato qualcosa da una situazione o un evento, finchè ci ritroviamo a metterlo in pratica.

Così come NON ci accorgiamo di una buca finché non ci mettiamo il piede dentro!

Lottare con le abitudini

Ma non è così facile accorgersi, lottiamo contro le nostre abitudini

  • “non sono capace”
  • “non lo so fare”
  • “a che mi serve?”
  • “lo so già, come si fa”

e contro una valanga di bastian contrari, una miriade di dettagli che ci sommergono e ci fanno sprofondare nello sconforto.

In altre parole, non riusciamo a identificare le alternative che sono a nostra disposizione per mettere in campo un’abilità e farla diventare competenza. 

Già…perché una competenza è qualcosa che utilizzi, azzardo a dire quasi ogni giorno, senza accorgertene.

Un modo veloce per uscire dalle nostre abitudini è prendere l’iniziativa, ne abbiamo parlato qui https://www.forzasettelab.com/2019/05/06/prendere-liniziativa-piccola-guida-in-4-passi/

Da abilità a competenza

Come si trasforma un’abilità in una competenza?

E’ più facile farti un esempio pratico che annoiarti con passaggi tecnici.

Il transistor è stato inventato nel 1948, ma il primo microcomputer che usava questa tecnologia uscì solo nel 1961 (13 ANNI DOPO!).

Perché? Perché “mind the gap”…nessuno aveva pensato di applicare questa invenzione a computer di dimensioni più piccole.

È grazie a questo “coso” che si è pensato di aggiungere un display visuale, uno schermo.

E gli studenti del MIT nel 1961 a cosa hanno pensato? A qualche applicazione matematica o astronomica?

NOSSIGNORE!

A creare il primo videogioco della storia, Spacewar.

Il loro primo pensiero è stato: come posso fare per rendere più divertente studiare una cosa pallosissima come l’informatica mentre aspetto che vengano elaborati i dati dal computer?

Se oggi giochi live online, lo devi a questo, sappilo!

Hanno ridotto quel gap tra l’invenzione e l’utilizzo dell’invenzione in una situazione diversa da quella in cui era nata e che PER LORO ERA IMPORTANTE IN QUEL MOMENTO.

Ora sono sicura che hai compreso come si trasforma un’abilità in una competenza, è tutto più chiaro, vero?

Posso saper fare una cosa, ma è ben diverso usarla come risorsa in un’altra situazione!

Mind the gap: ridurre il tempo tra un’abilità e una competenza

Cosa si può fare per ridurre il tempo tra un’abilità e una competenza?

Mettersi in gioco e permettersi di sbagliare.

Nessuno sapeva con certezza che direzione stava prendendo l’invenzione del transistor ed era troppo presto per fare delle ipotesi. Perciò hanno semplicemente agito, senza preoccuparsi dell’errore.

Si deve essere intelligenti per riconoscere un risultato positivo e sapere che cosa eliminare.

L’importanza dei tentativi

E qui arriviamo all’importanza dei tentativi…

I tentativi spesso sono sottovalutati. Vengono visti come una perdita di tempo svantaggiosa.

Siamo proprio sicuri che sia così?

Quando utilizziamo un’abilità per tentativi, con ognuno di loro ci avviciniamo un po’ di più al risultato che vogliamo ottenere e scopriamo esattamente cosa stiamo cercando, il nostro obiettivo.

Perché ti parlo di questo?

Perché è proprio quello che succede con il Coach!

Prima di individuare gli obiettivi, si esplora il territorio su cui vuoi lavorare, che spesso non conosci nemmeno tu.

I tentativi sono una parte molto importante del processo che ti permette di esplorare davvero quali sono tutti i possibili obiettivi e desideri rispetto alla situazione in cui ti trovi.

L’incertezza è un terreno fertile

L’incertezza è un terreno fertile per chiunque cerchi dei miglioramenti.

Ti sembra stupido?

Allora spiegami come mai le persone che sono piene di certezze, al massimo possono combattere (e lo fanno, eh?! Con tutte le loro forze e a costo di GRANDI frustrazioni…) per mantenere la situazione stabile, immobile.

Ma non la migliorano, hai letto bene, al massimo la MANTENGONO.

Un imprenditore che manda avanti la sua azienda come ha sempre fatto corre il rischio di fallire molto di più di uno che valuta alternative, si aggiorna sul suo mercato di riferimento e cerca spunti in settori molto diversi dal suo.

Una persona sposata che fa lo stesso lavoro da molti anni, ha più probabilità di crollare davanti a un evento eccezionale (licenziamento, demansionamento, fine di una relazione) di una che coltiva degli spazi di incertezza. Perchè non da per scontato che il lavoro ci sia sempre o che il suo partner sia sempre lì.

È in quegli spazi che si sviluppa spontaneamente la capacità di migliorare, è in questi spazi che io lavoro come Coach.

Perciò, capito il messaggio?

Mind the gap! Attenzione allo spazio.

A presto!

PS se sei curioso e vuoi una definizione di conoscenze, abilità e competenze, leggi qui https://www.tecnicadellascuola.it/conoscenze-abilita-e-competenze-nel-quadro-europeo-delle-qualifiche