e scattare foto al paesaggio
Se mi chiedessero com’è lavorare nel Corporate e M&A, la descrizione probabilmente sarebbe questa:
la strada che percorri ogni giorno in Studio è un percorso misto. A volte pianeggiante, tutto scorre liscio e gli impegni si incastrano senza sforzo, altre…beh altre sono una serie continua di ostacoli.
Sensi unici nella comunicazione, divieti di transito se proprio quel giorno deve uscire un memorandum e c’è un closing, transenne che appaiono tra una telefonata e l’altra con i clienti che non ti inviano uno stato patrimoniale o la lista dei leasing in tempo.
Il rischio è cominciare a sentirsi bloccata e diventarlo realmente nella routine quotidiana.
Quanto sarebbe utile una mappa per navigare nelle giornate lavorative che, appena inciampi in un ostacolo, costruisce una strada alternativa?
Non capisco: è routine o tutto un imprevisto?
Può apparire un controsenso, ma non lo è: all’interno di una mappa conosciuta, i compiti e gli obiettivi sono punti fermi ma gli intervalli tra gli imprevisti cambiano continuamente.
É come spostare un vaso in casa e cercare di convincersi che sembra un luogo diverso.
Alla lunga diventa logorante, la casa è sempre la stessa.
La conseguenza è percepire le tue giornate come “tutte uguali”, i percorsi professionali come predefiniti e la possibilità di crescere e sviluppare la pratica personale come una strada obbligata senza svincoli.
Potresti aver bisogno di una mappa di esperienze diversa.
Come si costruisce e usa una mappa di esperienze?
La ricerca
Il MIT (Massachusetts Institute for Technology) sta dedicando al tema lunghi anni di ricerca.
La più recente (trovi l’articolo qui) risale a un paio di giorni fa e spiega che per la nostra mente non c’è alcuna differenza tra muoversi all’interno di un percorso fisico o mentale.
Quando costruisce una mappa di esperienze, le immagazzina e le utilizza di fronte a situazioni che giudica “abbastanza simili” per agire.
Il punto è proprio questo
“Abbastanza simili” è un giudizio soggettivo, che diamo noi, ma razionalmente sappiamo che è impossibile che le situazioni in cui ci troviamo siano tutte uguali.
Tuttavia, per brevità, le trattiamo come tali.
Persino prendere il caffè al banco del bar è ogni giorno diverso.
Continuiamo ad usare la stessa mappa senza aggiornarla.
Sai che in tempi recenti è stato bombardato per errore un obiettivo civile perché i parametri sono stati impostati tenendo in considerazione una mappa vecchia di quarant’anni?
E non stiamo parlando di sprovveduti, solo che ci fidiamo di ciò che sappiamo o che ci viene riferito.
Costruire mappe aggiornate ti rende capace di trovare alternative efficaci appena incontri un ostacolo.
Non solo: attivare diverse mappe mentali significa anche esplorare i propri orizzonti personali e professionali.
Non è meglio saper osservare le cose da prospettive anche molto distanti tra loro e costruire una via del tutto personale piuttosto di dover ricorrere a pastiglie per il mal di stomaco o il mal di testa?
Provare a seguire le orme di chi ti ha preceduto potrebbe essere solo una continua fonte di frustrazione.
Chi mi può aiutare a costruire questa mappa?
Il coaching professionale è l’insieme di strumenti che una guida esperta ti mette a disposizione mentre ti aiuta a esplorare, costruire e attivare nuove mappe.
Quanto tempo ci vuole?
Poco.
Dal confronto con altri coach professionisti e certificati e nella mia esperienza, in media bastano 8 sessioni.
Come si fa?
Non esiste un protocollo universale, ma esistono dei punti saldi:
1. Fase di esplorazione
Identificare skill, modalità di azione, capacità e talenti non immediatamente visibili.
2. Fase di costruzione
Costruire nuovi scenari personali e professionali e esplorare la loro sostenibilità anche se finora ti sono sembrati fuori dalla tua portata.
3. Pianificazione mentale
Espandere le tue mappe cognitive e creare percorsi verso traiettorie che si generano man mano che ti addentri nel percorso.
Quali sono i tuoi obiettivi e cosa stai facendo per raggiungerli?
Se ti stanno costando la tua pace e serenità, forse non stai seguendo la mappa più aggiornata.
4. Superare sfide
Una mappa non è buona se non ti fa superare gli ostacoli!
Sei sicura di saper riconoscere le barriere che ti impediscono di avanzare nella tua carriera o nel gestire senza grandi sforzi la tua famiglia e la vita privata?
E non basta ancora…metti in opera le strategie giuste per superarle?
5. Sviluppo di una visione a lungo termine
Da avvocato, sei abituata a sviluppare una visione a lungo termine, altrimenti non ti saresti imbarcata in così tanti anni di studio e pratica.
Ma l’hai adattata alla tua situazione specifica e aggiornata nel corso del tempo?
Il coaching ti aiuta a rendere attuale la tua visione, chiara e a lungo termine, per tracciare un percorso più facile verso un’integrazione ottimale tra professione e vita.
Attivare le mappe mentali attraverso il coaching è un passo intelligente: se continui a navigare mentalmente negli stessi percorsi, non dovrebbe sorprenderti che tu possa sentirti bloccata.
Pronta a far diventare la tua visione realtà?