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La felicità è una fregatura

come allenare il muscolo più piccolo, nascosto e infido che c’è

immagine da Pinterest

La felicità è una fregatura, sissignore.

Perché quella con cui ci hanno fatto una testa così è stata nell’ordine: avere successo e soldi, avere successo ed essere famosi, avere successo e poter lavorare da bordo piscina, svegliarsi un sorriso ebete e guardare tutto rosa, essere “hygge” e spargere candele dappertutto, essere “zen” e uscire dal mondo.

I più perseveranti vanno a caccia di luoghi dove si vende la felicità, “cambia la tua vita in 3 giorni”, “elimina le tue convinzioni limitanti”. Vorrei un etto di serenità, me la incarta per favore che la porto via?

La fregatura è che la felicità è SOGGETTIVA, non si può vendere e non è pre-confezionata.

Si costruisce giorno per giorno allenando il muscolo più piccolo e nascosto che c’è. Doppia fregatura: esiste una sola persona che può farlo, TU!

Partiamo dicendo che c’è una formula del livello di felicità:

F=P+C+A

Stupidaggine? No, scienza! Se vuoi saperne di più https://www.pnas.org/content/early/2014/07/31/1407535111 *

Psicologia e biologia si sono dannate l’anima per provare che l’ambiente in cui una persona ha vissuto è il fattore determinante perché sia felice. Poi ti arrivano le neuroscienze e…tac. Si scopre, mettendo insieme tutte le informazioni e le ricerche, che il “peso” dell’ambiente nella formula è variabile.

F, la felicità che percepisci è la somma di P (la biologia, i geni)+C (le condizioni di vita, l’ambiente)+A (le attività volontarie).

Sai quanto incide la genetica? circa il 15%. E le condizioni di vita? La tua infanzia, le tue esperienze passate circa il 35%. Un buon 50% è A, quello che decidi di fare ogni giorno!

Aspetta, scusa…cioè chiunque ha il 50% di possibilità di aumentare il suo livello di felicità? SI.

Spesso, quando compiamo un’azione, non ci pensiamo troppo su, se sembra abbastanza buona siamo già soddisfatti. E’ così che si diventa infelici.

Quando qualcun’altro da fuori stabilisce i nostri obiettivi, quando ci dice “hey, se puoi lavorare da bordo piscina, allora sei felice!” o “quando avrai quella cosa, sarai felice” o anche “quando quella persona sarà sparita dalla tua vita, sarai felice”…ti ha incartato mezzo kg di serenità pre-confezionata. Potrebbe andare bene per qualcuno, ma per te va bene?

Io, quando lavoravo al pc sotto l’ombrellone mentre con un occhio guardavo mio figlio che sguazzava in acqua o quando rispondevo al telefono conficcandolo nella spalla mentre spingevo l’altalena NON ERO AFFATTO FELICE.

E mettere qualche candela e creare una casa confortevole mi sembrava solo una scemenza, perché non coincideva con COME MI SENTIVO IO. Chi o cosa stavo allenando? La mia casa a essere felice?

La maggior parte della felicità è un lavoro che non viene da fuori. Devi essere disposto ad allenare il muscolo più piccolo, nascosto e infido che c’è il te. Il muscolo della consapevolezza.

Piccolo perché siamo bravissimi a ingigantire le storie che ci raccontiamo per non allenarlo.

Nascosto perché non si vede a occhio nudo, non ti accorgi quando è tonico.

Infido…meno ci fidiamo della sua esistenza, meno lo alleniamo.

La terza e ultima fregatura?

Che non esiste un allenamento che vada bene per tutti, ogni percorso è UNICO, deve tenere conto:

  • di chi sei ORA
  • del contesto in cui vivi
  • delle relazioni che stai vivendo

e SOPRATUTTO…

deve essere auto-determinato!

Altrimenti è una consulenza che allena solo in superficie, dopo poco ti ritrovi al punto di partenza. E’ come se un allenatore pensasse di far ottenere la migliore forma fisica ad un atleta urlando ai suoi muscoli “sii scattante! Flessibile!”.

Chi o cosa stai aspettando per allenare la tua consapevolezza?

*ho semplificato al massimo la ricerca, che tiene conto della felicità secondo diversi fattori, tra cui il tempo e i risultati rispetto agli obiettivi. E’ parziale rispetto agli studi effettuati dalla psicologia cognitiva e positiva.